lunedì 30 luglio 2012

Un mare di trivelle


 Pronti all’inabissamento? Allora via. «L’Italia è un buon posto dove fare business. Le condizioni fiscali sono favorevoli, i costi di estrazione bassi, non ci sono rischi politici, le infrastrutture sviluppate, la competizione è limitata ed i produttori possono beneficiare di prezzi elevati per quanto riguarda petrolio e gas». Parola di John Craven, direttore esecutivo della Petroceltic International. La società con sede a Dublino e proprietari a New York, secondo l’ultimo dato utile fornito dal ministero dello Sviluppo Economico, è titolare di alcuni permessi di ricerca in terraferma ed uno nel sottofondo marino (nei pressi delle Isole Tremiti, area protetta dal 1989, denominato “B.R. 268. RG”), equivalenti ad un’area estesa in totale per 1918,56 chilometri quadrati. Una delle ragioni che spingono le multinazionali estere nel Belpaese sono le condizioni economiche tra le più favorevoli al mondo. La Cygam Energy si esprime così: «In Italia, le royalties statali sulla produzione di petrolio sui permessi di esplorazione offshore sono del 4% (che è tra i valori più bassi al mondo di tassazione del petrolio e del gas e meno anche degli Stati Uniti e del Canada), con un provvedimento per cui nessuna royalty è pagata per i primi 300mila barili di petrolio all’anno e per campo. Questo significa una produzione esente dal pagamento di royalty per i primi 822 barili prodotti in un giorno per ogni campo di estrazione». Nella corsa agli idrocarburi sui fondali (presenza stimata pari a 11 milioni di tonnellate) prevalgono in assoluto le società straniere: Northern Petroleum, Shell, Panther Eurek, Puma Petroleum, Audax, Vega Oil. Nomi di facciata che nascondono le mire di David Rockfeller. L’Eni, invece, vanta dieci autorizzazioni che assommano a 2.160, 80 chilometri quadrati. Le concessioni di coltivazione già accordate nel sottofondo marino ammontano a «9 mila kmq». Conti alla mano, lo Stato incassa appena 5 euro e sedici centesimi per metro quadro in concessione annuale. Ci sarà pure un’assicurazione sugli eventuali danni ambientali o, comunque, sull’inquinamento? Mai calcolata oppure stimata: semplicemente non pervenuta e, dunque, prevista. La normativa in materia fissa per le piattaforme offshore una franchigia di produzione di 50 mila tonnellate di oro nero all’anno, sotto la quale non è previsto alcun pagamento di royalties. Secondo il Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse attualmente «nel sottofondo marino sono vigenti n. 25 permessi di ricerca per complessivi 11.689, 19 kmq)» ed è in vigore «n.1 permesso di ricerca di risorse geotermiche per complessivi 678,3 kmq». Il totale è pari ad una superficie di poco inferiore alla Campania: 12 riguardano il canale di Sicilia, 7 l’Adriatico settentrionale, 3 il mare tra Marche e Abruzzo, 2 in Puglia e 1 un Sardegna. Invece, le aree marine oggetto di richiesta (istanze) sono 39: 21 nel canale di Sicilia, 8 tra le Marche e Molise, 7 sulla costa adriatica pugliese, 1 nel nord Adriatico  e 2 nel Golfo di Taranto (Jonio).

Allarme rosso – Chi ci guadagna? «Siamo molto preoccupati – puntualizza Maria Rita d’Orsogna, docente italiana di matematica alla California State University at Northridge di Los angeles – Questo petrolio è di scarsa qualità, pieno di impurità e di zolfo. Non dimentichiamo che il Mediterraneo impiega 100 anni per ripulire le sue acque superficiali – rileva l’esperta, originaria dell’Abruzzo – Ogni minimo incidente si trasformerebbe in una catastrofe». Abbiamo chiesto lumi al ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, ma la titolare del dicastero ecologico non si è pronunciata. Una richiesta di chiarimento è giunta al ministro per l’Ambiente, anche in sede parlamentare, ma a tutt’oggi non è pervenuta alcuna risposta. Infatti il 26 gennaio 2011,  un’interrogazione a risposta scritta (numero 4-10587) in riferimento alle attività estrattive della Northern Petroleum con sede a Londra e capitali negli Usa, poneva una serie di quesiti: «di quali informazioni disponga il Governo in merito alla possibilità che un terremoto sia generato nel canale di Sicilia a causa di attività estrattiva; quali iniziative si stiamo promuovendo per tutelare il Mediterraneo dal rischio trivellazioni anche rispetto agli altri Paesi che vi si affacciano; se non si ritenga comunque di assumere iniziative per interdire nel frattempo le trivellazioni e comunque disincentivarle economicamente?». In particolare i fondali siciliani preoccupano per l’esistenza di forti rischi sismici. Una ricerca condotta dalla sezione di Catania dell’Istituto di geofisica e vulcanologia evidenzia la presenza al largo di Sciacca di una vasta area vulcanica «attiva a grandi dimensioni», ma anche di altri vulcani sottomarini che, ricorda sempre lo studio, potrebbero «in qualsiasi momento dare luogo a eruzioni sottomarine di tipo esplosivo le quali, a loro volta, potrebbero generare tsunami. Inoltre, sottolineano i deputati del centro-sinistra «ci sono i possibili danni che un’attività legata all’estrazione del petrolio potrebbe portare per la flora e per la fauna marina». Attorno alla Sicilia, attualmente sono dodici le concessioni vigenti sia per la ricerca che per l’estrazione di petrolio e riguardano anche zone di elevato valore ambientale.
Guerrieri dell’arcobaleno – Nuove richieste per esplorazioni petrolifere offshore incombono sulle le zone più sensibili del Canale di Sicilia, i banchi d’alto mare. L’Audax Energy, già nota nel Canale per le esplorazioni in acque tunisine, punta adesso ai giacimenti italiani al largo di Pantelleria. Nel nuovo rapporto “Le mani sul tesoro” Greenpeace documenta l’enorme bellezza e il valore biologico dell’area, chiedendo la sua tutela con la creazione di una riserva marina. «Mentre gli italiani sono ancora in vacanza – afferma Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace Italia – invece di tutelare le bellezze naturali di cui il turismo vive, si moltiplicano i piani per distruggere i nostri mari. I banchi del Canale di Sicilia sono ricchissimi di biodiversità. È inammissibile che vengano svenduti per minacciosi progetti di ricerca, richiesti da compagnie petrolifere tramite una documentazione troppo spesso viziata e insufficiente a dare alcun tipo di garanzia». L’Audax Energy Ltd (ADX) sta provando a ottenere permessi di esplorazione nelle acque del Canale attraverso una piccola compagnia, l’Audax Energy Srl, di cui è totalmente proprietaria ma con sede legale in Italia e con un capitale sociale irrisorio. Al piano delle compagnie petrolifere Greenpeace contrappone «la proposta di una riserva marina, che vieti nelle aree più sensibili ogni attività estrattiva, compresa la pesca. Il disastro della Deep Water Horizon e il più recente sversamento di petrolio al largo delle coste scozzesi non lasciano dubbi: queste attività sono una minaccia inaccettabile per il mare e per le popolazioni costiere che da esso dipendono. Chiediamo con urgenza al ministro dell’Ambiente di bloccare ogni folle progetto di esplorazione petrolifera nel Canale di Sicilia e di attivarsi immediatamente per garantire la dovuta tutela per le aree più vulnerabili» conclude Monti.
Scatole cinesi – La Audax Energy è detenuta al 100 per cento dalla Audax Resources, con quartier generale a Perth in Australia. La società ha iniziato le operazioni di trivellazione a circa 10 miglia dalle coste di Pantelleria. Qui, praticamente sulla linea di confine tra Tunisia e Italia, la Audax ha ottenuto una concessione per esplorare un’area di circa 150 Kmq da cui la società australiana spera di poter ottenere fino a 270 milioni di barili. Il giacimento si chiama Lambouka e viene sfruttato in conseguenza di un doppio permesso, ottenuto dalle autorità tunisine e italiane. Ad annunciare l’inizio della perforazione è un bollettino dell’Audax, datato 3 agosto 2010. In esso si legge che «alle 19.30 del 2 agosto, ora locale tunisina, l’impianto di trivellazione ha iniziato le perforazioni». L’esordio non è stato facile. Lo stesso bollettino del 3 agosto informa che le tappe di avvicinamento «sono state rallentate da 53 ore di cattivo tempo che hanno impedito di installare il Bop». Blow out preventer: è lo strumento che serve a mettere in sicurezza i pozzi di idrocarburi durante la loro perforazione. Lo stesso congegno che nel golfo del Messico ha fatto cilecca. Singolare coincidenza: la Audax presenta un collegamento con la San Leon Energy, altra società petrolifera (casa madre irlandese) che tenta di dare l’assalto ad un’area di 483 chilometri quadrati al largo delle coste di Sciacca. La Audax Energy srl, infatti, è amministrata da Luigi Albanesi, imprenditore che risulta anche amministratore unico della Grove Energy (altra società petrolifera controllata da un gruppo canadese) e della Peal Petroleum. Quest’ultima ha sede a Roma, via Guerrieri numero 5, lo stesso indirizzo della Audax. La Peal Petroleum è la società di studi ambientali che predispone i progetti di estrazione. La relazione presentata al ministro per avere il via libera è stata scritta dalla Peal Petroleum sulle analisi coordinate da Luigi Albanesi, oggi amministratore unico dell’Audax e al centro di polemiche per un’analoga relazione presentata da un’altra società per le trivellazioni di fronte al mare di Sciacca, ricca di imprecisioni. Albanesi raggiunto al telefono fa scena muta. Uno studio di 36 pagine, ricco di grafici e numeri, ma anche di sviste e omissioni, che il Comune di Sciacca ha inviato alla magistratura. Lo hanno realizzato i geologi della Peal Petroleum per conto della San Leon srl, compagnia petrolifera con un capitale sociale di 10 mila euro. Quando ai primi di maggio 2010 l’ingegnere Mario Di Giovanna si trovò tra le mani le carte che annunciavano i lavori, autorizzati dal ministero dello Sviluppo economico, notò qualcosa di strano. L’obiettivo era spianare la strada alle trivelle in un’area marina di 482 chilometri quadrati che va da Selinunte a Capo Bianco, a meno di due chilometri dalla costa. A pagina 19 dello studio i sospetti del Di Giovanna diventano certezze: i geologi della Peal scrivono che «l’area di indagine» è frequentata da «piccole imbarcazioni a strascico… che trovano ricovero nei porti di Gela, Pozzallo e Scoglitti». Vale a dire: a 100 chilometri di distanza. Copia e incolla: il paragrafo in questione è identico ad un’altra indagine, realizzata nel marzo del 2008 sul Plateau Hybleo. A pagina 36 la Peal Petroleum sostiene che il «traffico marittimo per le motonavi di appoggio… sarà limitato ad un passaggio giornaliero da e verso il porto d´approdo più vicino, presumibilmente quello di Ancona». Cosa c’entra Sciacca con il Mar Adriatico?». A circa 26 miglia nautiche dalla costa di Sciacca e a 39 da Pantelleria, sorge un isolotto di roccia lavica che sfiora la superficie. Lo eruttò la terra nel 1831 dando vita all’isola Ferdinandea, una delle tante bocche vulcaniche di un massiccio complesso sottomarino. Dei rischi sismici e vulcanici, nello studio della Peal, non c’è traccia. Le visure confermano l’irrisorio capitale della San Leon. Il consiglio di amministrazione è composto da tre irlandesi, un americano e un inglese. Paul James Sullivan, William Artur Philip Thompson III, Charles McEvoy, Oisin Fanning. Hanno tutti domicilio nello stesso numero civico, il 93 di via Rubichi, a Monteroni, un paesino in provincia di Lecce. L’amministratore delegato è Finbarr Bryant, responsabile legale di un´altra società, la Petroceltic Elsa, che ha già ottenuto delle concessioni per le ricerche nell’Adriatico, dove il Wwf ha denunciato le stesse irregolarità presenti nelle carte siciliane. La San Leon srl è controllata dalla San Leon Limited, società a responsabilità limitata, con sede al numero 6 di Northbrook Road nella capitale irlandese. Lo stesso della Petroceltic, che, come la San Leon, vanta un capitale di 10 mila euro. A Dublino risponde uno studio di consulenza: LHM Casey McGrath. Abbastanza perché se ne occupi la magistratura.
Fonte: Informare per resistere

La sostanza cancerogena nella Coca Cola

La Coca Cola produce bevande dal diverso grado di pericolo a seconda dei paesi dove vende i suoi prodotti. E’ la denuncia del Cspi, ente di ricerca americano, che contesta all’azienda di Atlanta la diversa concentrazione di una sostanza sospetta di aver effetti cancerogeni a seconda della nazione in cui viene commercializzata.


COCA COLA NASCONDE - Nelle lattine o nelle bottiglie della Coca Cola è presente una sostanza, il cui nome scientifico è 4-metilimidazolo o 4-MI (in Europa più spesso chiamato 4-MEI), che è cancerogena per più osservatori, se consumata in grandi quantità. Il centro studi Cspi contesta alla multinazionale delle bevande gassate la presenza di questa sostanza in concentrazioni molto diverse. Se in California ci sono per esempio quattro microgrammi di 4-MEI, una soglia sotto il livello di rischio, in Brasile sono ben 267 microgrammi a lattina. In Kenia sono 170, mentre in Gran Bretagna, Canada e Emirati Arabi Uniti così come in Messico ci sono tra i 145 e i 160 microgrammi di 4-Mei.
SOSTANZA CANCEROGENA ? - Ma perché è pericoloso il 4-metilimidazolo contenuto in diverse quantità dalle Coca Cola dei vari paesi. Secondo l’esperta Gianna Ferretti  il 4- MEI è una sostanza creata dalla produzione industriale di caramello artificiale, che si ottiene quando sono presenti alte pressioni e temperature, grazie all’utilizzo di ammoniaca e talvolta solfiti. Per l’istituto statunitense CSPI, il 4-MEI è pericoloso perché quando è somministrato a dosi molte elevate, negli animali si sono osservate sviluppi di diverse patologie tumorali (polmone, fegato, tiroide, sangue). Anche per l’International Agency for Resarch in Cancer, braccio dell’OMS con sede a Lione, il 4-MEI è cancerogeno per gli animali e probabilmente anche per l’uomo. Per l’autorità di vigilanza statunitense i rischi del 4-MEI sono molto relativi, mentre l’agenzia europea per la sicurezza alimentare che ha sede a Parma ha rimarcato come la sostanza sia potenzialmente pericolosa, e che va consumata sotto determinate soglie.
COCA COLA SMENTISCE - La denuncia del Cspi è stata rintuzzata dall’azienda di Atlanta. Coca Cola ha rimarcato come i suoi prodotti siano sicuri, e che la richiesta di abbassare il valore del 4-MEI è stata fatta appositamente per evitare problemi come riporta Sueddeutsche Zeitung. “Non vogliamo complicazioni legali per le nostre bevande a causa di un allarme lanciato contro i pareri scientifici”. In commercio esiste un caramello composto senza il 4-MEI, ma costa molto di più, circa quattro volte, rispetto al caramello sospettato di essere dannoso per la salute.

Fonte:Giornalettismo

domenica 29 luglio 2012

La Banca Vaticana (lo IOR) è la grande azionista della principale fabbrica d'armi italiana!

Tutti ricordiamo gli interventi di Papa Wojtyla prima e poi di Papa Ratzinger contro le guerre che insanguinano questo mondo. Per non parlare del sesto comandamento che dichiara solennemente "non uccidere".
E però non sempre le attività collaterali sembrano in linea con le dichiarazioni di principio...
Pochi sanno infatti che la FABBRICA D'ARMI PIETRO BERETTA spa ( tra le più grandi industrie di armi al mondo ) è controllata dal gruppo Beretta Holding SpA e il maggior azionista del gruppo Beretta Holding SpA, dopo Ugo Gussalli Beretta, è clamorosamente lo IOR (L'Istituto per le Opere di Religione) la banca del Vaticano!
Creato nel 1942 da Papa Pio XII, lo IOR è stato troppo spesso al centro di scandali e trame segrete. A partire dal tragico caso Calvi (presidente del Banco Ambrosiano di cui lo IOR era il principale azionista) che coinvolse nel Crac finanziario anche il potentissimo presidente della banca vaticana Paul Marcinkus (Calvi fini impiccato, forse suicida, sotto un ponte di Londra). Per passare dalla mega-tangente Enimont, definita "la madre di tutte le tangenti", i cui proventi transitarono in gran parte nelle casse Vaticane. Per finire con le storie di questi giorni e il rischio di essere inclusi nella black-list europea sul riciclaggio di denaro... Il Cardinale Bertone, infatti, ha appena annacquato di nuovo i regolamenti di controllo che dovevano convincere la Commissione Europea sull'affidabilità e la trasparenza della finanza vaticana.

Non sarebbe il caso di ricondurre la Banca Vaticana a un ruolo coerente con la missione dell'istituzione di cui è il braccio economico!? Cosa ne penserebbe Gesù Cristo? Io ricordo un certo discorso sul cacciare i mercanti dal tempio...
Fonte: I segreti della casta

sabato 28 luglio 2012

FACEBOOK E LA MAGISTRATURA

 ALLA FACCIA DELLA PRIVACY!

Senza dire nulla a  nessuno il ministero degli Interni italiano ha ottenuto dai vertici di Facebook le chiavi per entrare nei profili degli utenti anche senza mandato della magistratura. Una violazione della privacy che farà molto discutere.

facebook
Negli Stati Uniti, tra mille polemiche, è allo studio un disegno di legge che, se sara approvato dal Congresso, permettera alle agenzie investigative federali di irrompere senza mandato nelle piattaforme tecnologiche tipo Facebook e acquisire tutti i loro dati riservati.

In Italia senza clamore, lo hanno già fatto. I dirigenti della Polizia postale due settimane fa si sono recati a Palo Alto, in California, e hanno strappato, primi in Europa, un patto di collaborazione che prevede la possibilità di attivare una serie infinita di controlli sulle pagine del social network senza dover presentare una richiesta della magistratura e attendere i tempi necessari pei una rogatoria internazionale. Questo perchè, spiegano alla Polizia Postale, la tempestività di intervento è fondamentale per reprimere certi reati che proprio per la velocita di diffusione su Internet evolvono in tempo reale.

Una corsia preferenziale, insomma, che potranno percorrere i detective digitali italiani impegnati soprattutto nella lotta alla pedopornografia, al phishing e alle truffe telematiche, ma anche per evitare inconvenienti ai personaggi pubblici i cui profili vengono creati a loro insaputa. Intenti forse condivisibili, ma che di fatto consegnano alle forze dell'ordine il passepartout per aprire le porte delle nostre case virtuali senza che sia necessaria l'autorizzazione di un pubblico ministero. In concreto, i 400 agenti della Direzione investigativa della Polizia postale e delle comunicazioni potranno sbirciare e registrare i quasi 17 milioni di profili italiani di Facebook.

Ma siamo certi che tutto ciò avverrà nel rispetto della nostra privacy? In realtà, ormai da un paio d'anni, gli sceriffi italiani cavalcano sulle praterie di bit. Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza e persino i vigili urbani scandagliano le comunità di Internet per ricavare informazioni sensibili, ricostruire la loro rete di relazioni, confermare o smentire alibi e incriminare gli autori di reati. Sempre più persone conducono in Rete una vita parallela e questo spiega perche alle indagini tradizionali da tempo si affianchino pedinamenti virtuali. Con la differenza che proprio per l'enorme potenzialità del Web e per la facilità con cui si viola riservatezza altrui a molto facile finire nel mirino dei cybercop: non è necessario macchiarsi di reati ma basta aver concesso l'amicizia a qualcuno che graviti in ambienti "interessanti" per le forze dell'ordine.

A Milano, per esempio, una sezione della Polizia locale voluta dal vicesindaco Riccardo De Corato sguinzaglia i suoi "ghisa" nei gruppi di writer, allo scopo di infiltrarsi nelle loro community e individuare le firme dei graffiti metropolitani per risalire agli autori e denunciarli per imbrattamento. Le bande di adolescenti cinesi che, tra Lombardia e Piemonte, terrorizzano i connazionali con le estorsioni, sono continuamente monitorate dagli interpreti della polizia che si insinuano in Qq, la più diffusa chat della comunità. Anche le gang sudamericane, protagoniste in passato di regolamenti di conti a Genova e Milano, vengono sorvegliate dalle forze dell'ordine. E le lavagne degli uffici delle Squadre mobili sono ricoperte di foto scaricate da Facebook, dove i capi delle pandillas che si fanno chiamare Latin King, Forever o Ms18 sono stati taggati insieme ad a ltri ragazzi sudamericani, permettendo cosi agli agenti di conoscere il loro organigramma. Veri esperti nel monitoraggio del Web sono ormai gli investigatori delle Digos, che hanno smesso di farsi crescere la barba per gironzolare intorno ai centri sociali o di rasarsi i capelli per frequentare le curve degli stadi. Molto più semplice penetrare nei gruppi considerati a rischio con un clic del mouse. Quanto ai Carabinieri, ogni reparto operativo autorizza i propri militari, dal grado di maresciallo in su, ad accedere a qualunque sito internet per indagini sotto copertura, soprattutto nel mondo dello spaccio tra giovanissimi che utilizzano le chat per fissare gli scambi di droga o ordinare le dosi da ricevere negli istituti scolastici. Mentre, per prevenire eventuali problemi durante i rave, alle compagnie dei Carabinieri di provincia è stato chiesto di iscriversi al sito di social networking Netlog, dove gli appassionati di musica tecno si danno appuntamento per i raduni convocando fans da tutta Europa. A caccia di raver ci sono anche i venti compartimenti della Polizia postale e delle comunicazioni, localizzati in tutti i capoluoghi di regione e 76 sezioni dislocate in provincia. «Il nostro obiettivo è quello di prevenire i rave party prima che abbiano inizio», spiegano, «e per questo ci inseriamo nelle comunicazioni tra organizzatori e partecipanti, nei social network, nei forum e nei biog». Così può capitare che anche chi ha semplicemente partecipato ad una chat per commentare un gruppo musicale finisca per essere radiografato a sua insaputa.

In teoria queste attività sono coordinate dalle procure che conducono le indagini su singoli fatti o su fenomeni più ampi. I responsabili dei social network non ci tengono a farlo sapere e parlano di una generica offerta di collaborazione con le forze dell'ordine per impedire che le loro piattaforme favoriscano alcuni delitti. Un investigatore milanese rivela a "L'espresso" che, grazie alle autorizzazioni della magistratura, da tempo ottiene dai responsabili di Facebook Italia di visualizzare centinaia di profili riservati di altrettanti utenti, riuscendo persino ad avere accesso ai contenuti delle chat andando indietro nel tempo fino ad un anno. Chi crede di aver impostato le funzioni di riservatezza in modo da non permettere a nessuno di vedere le foto, i post e gli scambi di messaggi con altri amici, in realtà, se nel suo gruppo c'e un sospetto, viene messo a nudo e di queste intrusioni non verrà mai a conoscenza.
E non sempre l'autorità giudiziaria viene messa al corrente delle modalità con cui vengono condotte alcune indagini telematiche. Un ufficiale dei Carabinieri, che chiede di rimanere anonimo, ammette che certe violazioni della legge sulla riservatezza delle comunicazioni vengono praticate con disinvoltura: «Talvolta», spiega l'ufficiale. «creiamo una falsa identità femminile su Fb, su Msn o su altre chat, inseriamo nel profilo la foto di un carabiniere donna, meglio se giovane e carina, e lanciamo l'esca. II nostro carabiniere virtuale tenta un approccio con la persona su cui vogliamo raccogliere informazioni, magari complimentandosi per un tatuaggio. E in men che non si dica facciamo parte del suo gruppo, riuscendo a diventare "amici" di tutti i soggetti che ci interessano». Di tutta questa attività, spiega ancora l'ufficiale, «non sempre facciamo un resoconto alla procura e nei verbali ci limitiamo a citare una fantomatica fonte confidenziale». Da oggi, in virtù dell'accordo di collaborazione con Mark Zuckerberg siglato dalla Polizia, chi conduce queste indagini potrà fare a meno di avvisare un magistrato perchè «la fantasia investigativa può spaziare», prevede un funzionario della Polposta, «e le osservazioni virtuali potranno essere impiegate anche in indagini preventive».


Free Italy

sabato 21 luglio 2012

CI SIAMO MAI CHIESTI PERCHE' C'E' LA CRISI???

Ci siamo mai chiesto perche' siamo in crisi???, La cosa si sapeva gia' da molto molto tempo, come puo' reggersi un sistema su un qualcosa che non ha, prima o dopo si arriva sempre al punto di non ritorno, Che sia finita l'era dell'oro???
guardate questo video spiega molto semplicemente come Funzionava e Funziona il sistema, i nuovi sovrani del mondo sono le Banche!!!
Svegliamoci gente e' ora di togliere tutto questo potere alle banche, che dovrebbero essere solo dei custodi mediatori del nostro potere d'acquisto e non unici posserssori del potere, il potere d'acquisto e' un potere del popolo che assieme al  potere mediatico dovrebbe essere riconosciuto nel diritto di ogni stato democtratico!!! Questa e' stata una delle piu' grandi furberie messe in atto dall'essere umano per poter governare l'umanita' senza dover prendere il potere con le armi;dalla seconda guerra mondiale in poi,e' stato un continuo leggiferare e proliferare di questa nuova forma di potere che di suo adotta la strategia "Win Win": io sistema ti copro di denaro a credito perche' tu sudditto possa appagare il tuo senso di possesso dove io stato ti posso tassare, l'unico problema e' che per dare cosi' tanto credito non si mantiene fede a quella che e' la normale realta' e cioe' non si garantisce il valore del denaro, sono solo numeri che si muovono ma di reale non hanno nulla, e quindi devono essere garantiti da uno stato il quale prima o poi dovra' dichiarare Bancarotta i  quanto non e' solvente.... ricordo che l'Italia gia' negli anni' 70 se avesse dovuto pagare in un solo giorno tutti i possessori di  BOT sarebbe FALLITA!!!




Buona Visione





By Zago Moreno

H.A.A.R.P. E SCIE CHIMICHE


COS'E' L' H.A.A.R.P.


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Dagli Studi effettuati da Nicola Tesla sulle onde elettromagnetiche, finanziati anche da J.P. Morgan a sua volta finanziato da Rockefeller e quindi dai Rothschild, gli stessi che ne boicottarono poi il pubblico dominio per impadronirsene e lasciando il Tesla uno dei piu' grandi Scienziati, Inventori di tutti i tempi nel campo Elettrotecnico (lavoro' anche al soldo di Edison e Westinghouse rispettivamente uno promottore della corrente continua al quale dobbiamo anche l'invenzione della Sedia Elettrica ovviamente partorita solo a scopo commerciale per screditare la corrente alternata di cui era promottore il secondo, ma pochi sanno che la Paternita' dei 2 metodi e' da attribuire solo a NICOLA TESLA)   morire in piena solitudine e poverta' in un albergo di New York il 7 Gennaio del 1943 e' stato sviluppato il progetto: H.A.A.R.P.



Messaggio
H.A.A.R..P

Haarp è un programma di ricerca nato per studiare le proprietà della ionosfera e le avanzate tecnologie nelle comunicazioni radio applicabili nel campo della difesa. Il termine HAARP indica l'acronimo di High-frequency Active Auroral Research Project: Programma di Ricerca Aurorale Attivo ad Alta frequenza. E' un progetto del Dipartimento della Difesa Statunitense (DoD), coordinato dalla Marina e dall'Aviazione e considerato il nucleo del programma "Guerre Stellari" avviato sotto le amministrazioni Regan–Bush negli anni '80.

HAARP ha sede a Gakona, Alaska, ed è costituito fondamentalmente da 180 piloni di alluminio alti 22 metri. Su ogni pilone sono state installate doppie antenne a dipoli incrociati, una coppia per la banda bassa l'altra per la banda alta, in grado di trasmettere onde ad alta frequenza fino ad una distanza di 350 km grazie alla loro potenza. Queste onde sarebbero indirizzabili verso zone strategiche del pianeta, sia atmosferiche che terrestri.


Ufficialmente lo scopo del centro di ricerche HAARP è quello di studiare le proprietà di risonanza della Terra e dell'atmosfera: gli stessi fenomeni studiati da Nikola Tesla cento anni prima in Colorado.

Secondo il sito ufficiale, HAARP può essere utilizzato "per provocare un cambiamento nella temperatura della ionosfera minimo e localizzato, cosicché le risultanti reazioni fisiche possano essere studiate da altri strumenti piazzati nello stesso sito o nei pressi di HAARP".

La federazione Scienziati Americani ha ammesso un uso militare di HAARP solo per scopi di ricognizione e non distruttivi. Modulando i segnali in frequenze bassissime, cioè onde ELF o VLF, si potrebbe "vedere ciò che succede nel sottosuolo, individuando bunker, silos di missili, e altre installazioni sotterranee di Stati avversi".

Quindi, ufficialmente, gli scopi di HAARP sono: lo studio della ionosfera (essendo composta da particelle cariche, ioni, possiede la proprietà di riflettere verso terra le onde hertziane) per migliorare le telecomunicazioni; lo sviluppo di nuove tecniche radar, che permettano agevoli comunicazioni con i sottomarini e rendano possibili radiografie di terreni, in modo da rilevare armi od attrezzature a decine di km di profondità.

Nello specifico, secondo le dichiarate applicazioni militari, con il sistema HAARP si potrebbe:

- Fornire uno strumento per sostituire l'effetto dell'impulso elettromagnetico dei dispositivi atmosferici termonucleari (ancora considerati un'opzione realizzabile dai militari da almeno il 1986).

- Sostituire le frequenze estremamente corte (ELF: Extremely Low Frequency) delle comunicazioni sottomarine operative con una nuova e più compatta tecnologia caratterizzata da un gruppo di comunicazioni su un canale a bassissima frequenza per le lunghe distanze e per le applicazioni sotto acqua.

- Modificare anche su zone lontane le condizioni climatiche e gli agenti atmosferici in modo tale da facilitare le operazioni militari.

- Attivare a distanza un gran numero di esplosioni elettromagnetiche, non-nucleari, indirizzate verso un target. (Armamenti EMP).

- Gestire aerei a distanza, governati e potenziati dai trasmettitori HAARP. Un test del genere è stato fatto già ai tempi della APTI che mantenne il controllo di un velivolo di sorveglianza per 10,000 ore ad un'altitudine di 80,000 piedi .

- Sostituire il sistema radar "over-the-horizon", che è stato progettato per la postazione corrente di HAARP, con un sistema più accurato e flessibile.

- Fornire un metodo per eliminare le comunicazioni sopra una zona estremamente grande, mantenendo attivo il funzionamento dei sistemi di comunicazione militari controllati da HAAARP.

- Controllare i radar sotterranei per identificare strutture sotterranee e la loro resistenza alle armi utilizzando l'esame tomografico che penetra la crosta terrestre e che, se unito alle abilità di calcolo di EMASS e dei computers Cray, permetterebbe l'identificazione di armi nucleari a distanza. Se le antenne sono propriamente sintonizzate e indirizzate, da un qualunque punto del pianeta è possibile far rimbalzare onde sull'atmosfera e dirigerle a distanza verso un altro punto della Terra.

- Rilevare oggetti che si muovono nell'aria (ad esempio aerei e missili Cruise a basse quote) e determinare quali sono armati e quali sono innocui, rendendo così le altre tecnologie obsolete.

- Effettuare un sondaggio geofisico per trovare petrolio, gas e giacimenti minerari su una vasta zona.






Apparentemente, quindi, HAARP è un innocuo centro di ricerche con potenzialità applicabili nella difesa nazionale. Tuttavia, tutti gli usi possibili di HAARP non dichiarati (che possono essere messi in pratica nei diversi campi militari: aeronautica, esercito, marina, ecc.), sono allarmanti.

Dietro HAARP potrebbe celarsi la sperimentazione di una tecnologia avanzata di irradiamento a radio-onde. Una tecnologia simile sarebbe in grado di alzare e scaldare vaste zone della ionosfera immettendo elevate quantità di energia; far rimbalzare onde elettromagnetiche, capaci di penetrare qualsiasi cosa vivente e/o morta, indietro su determinate località della Terra.

Questo tipo di stimolazione causerebbe modificazioni molecolari della ionosfera, le quali porterebbero a devastanti conseguenze sul clima delle regioni colpite. In poche parole, HAARP, essendo in grado di provocare intenzionali cambiamenti climatici, potrebbe essere utilizzato come arma militare. Inoltre, le onde riflesse sulla superficie terrestre, a causa della loro elevata intensità e capacità di penetrazione, sarebbero in grado di manipolare e disgregare i processi mentali umani.
Secondo alcuni scienziati, gli effetti dell'uso sconsiderato di questi livelli di energia nella ionosfera, il nostro schermo naturale, potrebbe essere devastante. Iniettando un'ingente quantità di particelle nella ionosfera, è possibile alterare in maniera irrimediabile l'equilibrio protettivo della Terra, causando una caotica instabilità che potrebbe dare inizio ad una catena di effetti collaterali come ad esempio la distruzione totale dello strato di ozono. Ciò che preoccupa maggiormente è dovuto al fatto che si può prevedere con certezza come la Terra potrà reagire a questo eccesso di radiazioni.


Si pensa che anche le informazioni di internet siano filtrate:



Il quadro che ne emerge e' lungo complesso e delicato, se vi e' piaciuto l'articolo e vi piace, iscrivetevi pure al blog e commentate oppure aggiungete le vostre opinioni, impressioni o documenti.


By: Zago Moreno





venerdì 20 luglio 2012

NUOVO ORDINE MONDIALE

Prescott Bush, detto “Gamby” il socio di Hitler
 
Il padre di "Poppy” si chiamava Prescott Sheldon Bush. Come lo sarebbero stati a loro volta i suoi discendenti, fu membro della Skull & Bones, società che gli permise di entrare in contatto con le famiglie Harriman e Walker, formatesi anch’esse a Yale. L'unione con Dorothy Walker, figlia del ricco industriale George Herbert Walker, non era destinata a generare solo molti figli, ma anche grandi affari tra il clan dei Bush e quello dei Walker (sempre sotto l'ala protettrice degli Harriman e dei Rockefeller, naturalmente).
Il 20 ottobre 1942, dieci mesi dopo la dichiarazione di guerra al Giappone e alla Germania da parte degli Stati Uniti, il presidente Roosevelt ordinò la confisca delle azioni della Union Banking Corporation (UBC) in quanto accusata di finanziare Hitler e di avere ceduto quote azionarie a importanti gerarchi nazisti. Prescott Bush era allora azionista e direttore dell'UBC. Una questione del massimo interesse, considerato che, dopo essere salito al potere nel 1933, Hitler aveva decretato l'abolizione del debito estero tedesco, contratto in larga parte in seguito al Trattato di Versailles. 
Ogni credito internazionale alla Germania nazista era pertanto interrotto. La famiglia Harriman e il suo socio Prescott Bush si incaricarono di effettuare presso la borsa di Wall Street le operazioni necessarie affinché tramite Franz Thyssen e Friedrich Flich - grande amico di Himmler e patrocinatore delle "camicie brune", le SS e le truppe di assalto (SA) - Hitler potesse avere parziale accesso a crediti internazionali, senza i quali non sarebbe mai riuscito a finanziare le importazioni richieste dalla sua industria bellica.
Il 28 ottobre 1942, Roosevelt ordinò la confisca delle azioni di due compagnie statunitensi che contribuivano ad armare Hitler, la Holland American Trading Corporation e la Seamless Equipment Corporation, entrambe amministrate dalla banca di proprietà della famiglia Harriman, di cui era allora direttore Bush. L’8 novembre 1942, mentre in Africa, vicino ad Algeri, si registravano sanguinosi scontri in cui migliaia di soldati americani perdevano la vita, il presidente Roosevelt ordinò la confisca delle azioni della Silesian-American Corporation, gestita ormai da diversi anni da Prescott Bush e da suo suocero George Walker. Le quattro confische ebbero luogo nel quadro del "Trading with the Enemy Act”, legge volta a punire chiunque portasse avanti affari con il nemico.
La stretta collaborazione che legò Hitler al nonno e al bisnonno dell'attuale presidente George W Bush - e dunque a due diversi rami della sua famiglia - si può far risalire a ben prima dell'ascesa del nazismo al potere. Oltre che con Hitler la famiglia Harriman, Prescott Bush e George Walker avevano stabilito anche legami con Mussolini. Tramite l'accordo con la German Steel essi fornivano a Hitler, tra le altre cose, il 50,8 per cento dell'acciaio da cui si ricavavano gli armamenti del Terzo Reich, il 45,5 per cento dei condotti e delle tubature della Germania nazista e il 35 per cento del materiale esplosivo con cui Hitler avrebbe sterminato molti dei suoi nemici. 
Ogni membro dei Partito Nazionalsocialista (NSDAP) che ricoprisse una carica dì rilievo aveva diritto a un viaggio gratuito concesso da un'altra delle compagnie dei Bush e dei Walker, la Hamburg-Amerika Line : questa, che deteneva il monopolio degli affari tra gli Stati Uniti e la Germania di Hitler, gli aveva reso un prezioso servizio nel 1932, anno in cui la Repubblica di Weimar, ormai al tramonto, aveva compiuto un ultimo, disperato e vano tentativo di impedirne l'ascesa.  Il governo di Weimar era sul punto di ordinare lo smantellamento delle milizie private di Hitler, ma la Hamburg-Amerika Line si era incaricata di rendere pubblica questa notizia, sostenendo in tal modo una vera e propria propaganda politica a favore di Hitler e contro la Repubblica di Weimar. 
Le sorprese non finiscono però qui: oltre al sostegno offerto ai nazisti, si profilano altre questioni interessanti. Tanto per fare un esempio, per Hitler e Stalin sarebbe stato molto più complicato sostenere una guerra aperta se la banda Harriman-Bush-Walker non avesse allo stesso tempo armato Hitler fino ai denti e rifornito di carburante le truppe russe. Era dagli anni Venti che la famiglia Walker estraeva petrolio da Baku (Azerbaigian) per poi rivenderlo all'Armata Rossa.
Il lettore non dovrebbe stupirsi troppo di fronte a queste notizie. Prima che scoppiasse la Seconda Guerra Mondiale, e ancora durante il conflitto, una joint venture legava la Standard 0il, di proprietà della famiglia Rockefeller, alla I.G. Farben, un'imponente industria chimica tedesca. Molti degli stabilimenti comuni alla Standard Oil e alla I.G. Farben situati nelle immediate vicinanze dei campi di concentramento nazisti - tra cui Auschwitz, per esempio - sfruttavano il lavoro dei prigionieri per produrre un’ampia gamma di prodotti chimici, tra cui il Cyclon-B, gas letale molto diffuso nei lager per sterminare le stesse persone che erano costrette a produrlo. E nonostante il bombardamento sistematico con cui rasero al suolo moltissime città tedesche durante la guerra, le truppe statunitensi agirono sempre con estrema cautela quando si trattava di colpire zone in prossimità di questi stabilimenti chimici. Nel 1945 la Germania era sotto un cumulo di macerie, ma gli stabilimenti erano tutti intatti.
Al lettore risulterà ora forse un po' più chiaro perché la gente faccia così fatica a rievocare il passato e soprattutto perché la "storia ufficiale" sia così lontana dalla verità. E un po' più chiaro risulterà anche cosa ha portato i Bush a essere quello che sono oggi. Nulla di tutto ciò viene minimamente menzionato nella biografia riportata sul sito ufficiale del Congresso americano, luogo in cui alla fine degli anni Sessanta Prescott (“Gampy”) Bush occupò il suo scanno come senatore in rappresentanza dello stato del Connecticut. E non ne parla neppure la sua biografia "ufficiale" firmata da Mickey Herskowitz, “Duty, Honor Country. The Life and Legacy of Prescott Bush”, uscita più o meno nello stesso periodo in cui aveva luogo l'invasione americana in Iraq: anche qui i fatti vengono rivisitati e "riciclati" sotto altra forma. Quello che invece si può vedere sono le commoventi immagini di bambini che vendono aranciata per tre centesimi al bicchiere con in mano un cartello riportante la scritta "HELP SEND 'GAMPY' TO WASHINGTON" a sostegno della sua campagna elettorale.
Se tutte le informazioni che abbiamo fornito sul nonno e sul bisnonno di Bush meritano certamente un'attenta riflessione, non va però dimenticato che l'intero paesaggio culturale e sociale degli Stati Uniti prima della seconda guerra mondiale era molto diverso da quello che la stampa vorrebbe farci credere oggi. Basterà citare alcuni esempi:
a) Quando fu eletto vicepresidente nel 1980, George Bush senior incaricò un personaggio misterioso, tale William Farish III, di amministrare e gestire tutti i suoi beni. Il sodalizio tra i Bush e i Farish si colloca molto indietro nel tempo, addirittura prima dello scoppio della seconda guerra mondiale: William Farish dirigeva negli Stati Uniti il cartello formato dalla Standard Oil of New Jersey (l'attuale Exxon) e la I.G. Farben di Hítler. Fu precisamente questo consorzio a determinare l'apertura del campo di concentramento di Auschwitz nel 1940 allo scopo di produrre gomma sintetica e nafta dal carbone. All'epoca, quando questa notizia cominciò a diffondersi agli organi di stampa, il Congresso statunitense apri un’inchiesta. Se si fosse davvero spinta fino alle ultime conseguenze, avrebbe irrimediabilmente compromesso il clan Rockefeller. Ma non avvenne nulla di tutto ciò: ci si limitò a silurare il direttore esecutivo della Standard Oil, William Farish I.
b) Anche la Shell Oil - la cui quota di maggioranza è in mano alla Corona britannica - contribuì all'ascesa al potere di Hitler grazie agli accordi siglati dal suo potentissimo amministratore delegato, Deterding, con il governatore della Banca d'Inghilterra, Montagu Norman.
c) Fra il 21 e il 23 agosto 1932, presso il Museo Americano di Storia Naturale di New York si tenne il Terzo Congresso Mondiale di Eugenetica ("eugenetica" è un termine utilizzato per designare in modo più blando il concetto di "igiene razziale"). Nonostante le forti proteste della comunità afroamericana, esso riuscì a svolgersi senza particolari intoppi. A finanziare l'evento furono alcuni membri della famiglia Harriman, i quali dal 1910 effettuavano cospicue donazioni destinate a creare un comitato scientifico per lo studio delle razze e ad aprire una succursale americana del Dipartimento di Informazione Eugenetica, che aveva sede a Londra. George Herbert Walker Bush, detto "Bert", bisnonno di George W. Bush, accompagnava spesso gli Harriman alle corse dei cavalli, durante le quali, insieme ad altri membri delle famiglie Bush e Farish, si discuteva degli incroci genetici a cui sottoporre sia i cavalli che gli esseri umani.
d) In occasione di quel congresso, W. Averell Harriman si occupò personalmente di far arrivare a New York i maggiori ideologi del nazismo, prendendo accordi con la Hamburg-Amerika Line , di proprietà dei Walker e dei Bush. Tra quegli "scienziati" vi era anche il principale fautore delle teorie razziste durante il regime di Hitler, lo psichiatra Ernst Rüdin, che conduceva a Berlino studi sulle razze finanziati dalla famiglia Rockefeller. Per riuscire a farci un'idea dei trascorsi di quest'uomo, basterà ricordare il titolo del suo intervento durante un convegno tenutosi a Monaco nel 1928: Aberrazioni mentali e igiene razziale. Rüdin aveva inoltre guidato la delegazione tedesca al congresso di igiene mentale tenutosi a Washington DC nel 1930.
e) Questo movimento di chiara tendenza razzista, diffuso sia in Germania sia in seno all'élite anglostatunitense, si fondava su tre punti fondamentali: la sterilizzazione di persone affette da disagi psichici (mediante la formazione di centri di igiene mentale), la soppressione di disabili mentali, criminali e malati terminali (centri per l'eutanasia) e la purificazione della razza attraverso il controllo e la prevenzione di nuove nascite tra le razze inferiori (centri per il controllo delle nascite). Come si può vedere, Hitler non era solo nella sua lotta per difendere la razza pura. Oltre a lui c'erano anche alcuni fra i clan più potenti del mondo.
f) A Heinrich Himmler, capo supremo delle SS, venivano versati ingenti fondi su un conto segreto della Standard Oil gestito dal banchiere angloamericano Kurt von Schroeder. I finanziamenti in questione non sarebbero cessati fino al 1944 inoltrato, coincidendo dunque con il periodo in cui le SS erano incaricate di sovrintendere agli stermini di massa ad Auschwitz (luogo in cui si trovava lo stabilimento industriale della joint venture Standard Oil - I.G. Farben) e in altri campi di concentramento. A guerra finita, gli alleati responsabili delle inchieste vennero a sapere che quei finanziamenti provenivano da fondi corporativi della Standard 0il. Lo scandalo che ne segui determinò la caduta di Farish I, ma John D. Rockefeller ne usci immacolato. L’amicizia e il sodalizio tra i due clan sarebbero poi continuati nel corso delle generazioni successive, come dimostra la fiducia riposta da Bush senior in William Farish III.
g) Dopo la fine della seconda guerra mondiale, il movimento eugenetico riprese vita negli Stati Uniti, più precisamente nel North Carolina: sfruttando importanti contatti con la Corona britannica, la famiglia Gray, principale azionista della RJ. Reynolds Tobacco, fondò una scuola di medicina a Winston-Salem. Sarebbe stato lì che il dottor Clarence Gamble, erede dei Procter & Gamble, avrebbe condotto un esperimento tra il 1946 e il 1947. Un’esperimento consisteva nel sottoporre i bambini che frequentavano le scuole di Winston-Salem a un test per misurarne il quoziente intellettivo: quelli che non raggiunsero il livello minimo decretato dai parametri del test furono sottoposti a un intervento chirurgico di sterilizzazione.
h) Nel 1950 e nel 1951, John Foster Dulles (fratello del già citato Allen Dulles), all'epoca direttore della Fondazione Rockefeller, accompagnò John D. Rockefeller in alcuni viaggi attorno al mondo con il preciso scopo di arrestare l'espansione delle popolazioni non bianche. Nel novembre del 1952 Dulles e Rockefeller fondarono il Population Council, sovvenzionato dalla famiglia Rockefeller per decine di milioni dì dollari. Fu allora che l'American Eugenic Society, in seguito al polverone sollevato dal "caso Hitler”, decise di abbandonare in sordina la propria sede all'Università di Yale per trasferirsi in quella del Population Councìl. Nello stesso periodo vedeva la luce a Londra, presso gli uffici della British Eugenic Society, la Federazione Internazionale per la Pianificazione delle Nascite.

Tratto da "Hitler ha vinto la guerra"

CONOSCETE IL MES?

Il salvataggio delle banche spagnole – 100 miliardi di euro – potrebbe essere la prima operazione gestita dal Meccanismo europeo di stabilità (Mes): il nascente direttorio finanziario europeo che cancellerà ogni traccia residua di sovranità politica nazionale e condannerà gli Stati aderenti a un indebitamento forzoso senza limiti. Il nuovo organo sovranazionale, dotato di poteri quasi senza limiti e di totale immunità giuridica, dovrebbe diventare operativo a luglio, dopo la ratifica dei parlamenti dell’Eurozona. Composto dai ministri delle Finanze dei diciassette Paesi della zona euro, gestirà un fondo permanente che elargirà prestiti agli Stati in difficoltà imponendo rigidi piani di ristrutturazione economica. A foraggiare le casse del Mes saranno gli Stati stessi attraverso quote nazionali obbligatorie coperte da nuove emissione di debito.
E-il Mensile ha intervistato Lidia Undiemi, studiosa di economia dell’Università di Palermo che ha denunciato i rischi di questo organismo, rompendo la complicità di tutte le forze politiche parlamentari fino a lasciare il partito di cui faceva parte, l’Idv.
Johannes Simon (Getty Images)


Dottoressa Undiemi, cosa c’è che non va nel Mes?
Il Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes o Esm), evoluzione del dispositivo europeo per la stabilità finanziaria (fondo Efsf), non pare possa consentire un salvataggio dei paesi in difficoltà, che anzi verranno solo gravati da nuovo enorme debito. Il trattato Mes, poiché prevede l’istituzione di una organizzazione finanziaria intergovernativa, rischia di generare delle dinamiche speculative che potrebbero far piombare le nazioni coinvolte in una pericolosa “dittatura” finanziaria, visto che la concessione di liquidità in favore del paese in difficoltà dipende dalle “rigorose condizionalità” che lo Stato debitore si impegna a rispettare pur di ottenere il finanziamento.
Cosa significa “rigorose condizionalità”?
Questo dovreste chiederlo ai parlamentari, dato che attualmente la ratifica è in corso di valutazione al Parlamento nazionale. Senza l’autorizzazione di tale organo istituzionale, questo “governo” della finanza europeo che mira ad indebitare gli stati per salvare le banche non può essere realizzato.
Detto ciò, ragionando per ipotesi, è molto probabile che si tratti di politiche di austerità, così come accaduto in Grecia con gli accordi della Troika: taglio delle pensioni, riduzione dei dipendenti pubblici, etc. Tra le altre cose, lo Stato che non versa le quote dovute all’organizzazione Mes può essere sottoposto a non meglio precisate “procedure di sorveglianza multilaterale”.
Quanto deve pagare l’Italia al Mes?
Il fondo iniziale comune è stato stabilito in 700 miliardi di euro. L’Italia ne dovrà inizialmente versare 125, di cui 15 subito: i primi 6 miliardi già quest’anno. Miliardi che, secondo i primi documenti disponibili nel sito del Senato, saranno recuperati mediante l’emissione di nuovi titoli di debito con conseguente pagamento di ulteriori interessi, per le prime quote stimati attorno ai 120 milioni di euro.
Il parlamento italiano è pronto a ratificare?
Tutte le forze politiche che stanno in parlamento sembrano essere coalizzate a sostegno di questa idea di fondo “salva-stati”, tutti complici di questo progetto, senza eccezioni, basta leggere le mozioni presentate a fine gennaio in materia di politica europea. Sull’argomento regna in tutti i partiti un silenzio inconcepibile. Forse pensano che la responsabilità storica di questa decisione ricadrà sul tecnico Monti, ma il potere di fermare il Mes ce l’hanno i partiti che stanno in parlamento, e quindi se fra qualche anno saremo ridotti come la Grecia, devastata dall’austerità imposta dai poteri forti europei, i cittadini chiederanno il conto a questi politici.
Che fare dunque?
In Italia nessun politico sembra avere il coraggio di opporsi al Mes, quindi la ratifica arriverà come già è arrivata dalla Francia e dall’Olanda. Ma in Germania, Irlanda ed Estonia ci sono stati politici che hanno fatto ricorso contro l’incostituzionalità del trattato ovvero rivendicando l’erronea applicazione della procedura europea prevista per la modifica dell’art. 136 del TFUE che apre la strada al Mes. Bisogna stare molto attenti ad eventuali prese di posizione tardive e opportuniste. Non è escluso che se lo “stop” all’Esm arrivi dalla Germania i nostri rappresentanti facciano la fila per strappare il consenso dei cittadini che sono contro questa idea di Europa.

E online

martedì 17 luglio 2012

HITLER E BUSH

DOBBIAMO APRIRE GLI OCCHI E SMETTERE DI CREDERE A TUTTO QUELLO CHE CI HANNO PROPINATO SUI BANCHI DI SCUOLA....
PER SAPERE CHI SIAMO DOBBIAMO SAPERE CHI SIAMO STATI...


Prescott Sheldon Bush (bisnonno di George W. Bush), Come i suoi discendenti, fu membro della Skull & Bones, società che gli permise di entrare in contatto con le famiglie Harriman e Walker, formatesi anch’esse all'universita di Yale. L'unione con Dorothy Walker, figlia del ricco industriale George Herbert Walker, era destinata anche a generare grandi affari tra il clan dei Bush e quello dei Walker (sempre sotto l'ala protettrice degli Harriman, Rotshilds e dei Rockefeller, famiglie di origine ebrea). Il 20 ottobre 1942, dieci mesi dopo la dichiarazione di guerra al Giappone e alla Germania da parte degli Stati Uniti, il presidente Roosevelt ordinò la confisca delle azioni della Union Banking Corporation (UBC) in quanto accusata di finanziare Hitler e di avere ceduto quote azionarie a importanti gerarchi nazisti. Prescott Bush era allora azionista e direttore dell'UBC. Una questione del massimo interesse, considerato che, dopo essere salito al potere nel 1933, Hitler aveva decretato l'abolizione del debito estero tedesco, contratto in larga parte in seguito al Trattato di Versailles.Il 28 ottobre 1942, Roosevelt ordinò la confisca delle azioni di due compagnie statunitensi che contribuivano ad armare Hitler, la Holland American Trading Corporation e la Seamless Equipment Corporation, entrambe amministrate dalla banca di proprietà della famiglia Harriman, di cui era allora direttore Bush.Tanto per fare un esempio, per Hitler e Stalin sarebbe stato molto più complicato sostenere una guerra aperta se la banda Harriman-Bush-Walker non avesse allo stesso tempo armato Hitler fino ai denti e rifornito di carburante le truppe russe. Era dagli anni Venti che la famiglia Walker estraeva petrolio da Baku (Azerbaigian) per poi rivenderlo all'Armata Rossa.Prima che scoppiasse la Seconda Guerra Mondiale, e ancora durante il conflitto, una joint venture legava la Standard 0il, di proprietà della famiglia Rockefeller, alla I.G. Farben, un'imponente industria chimica tedesca. Molti degli stabilimenti comuni alla Standard Oil e alla I.G. Farben situati nelle immediate vicinanze dei campi di concentramento nazisti - tra cui Auschwitz, per esempio - sfruttavano il lavoro dei prigionieri per produrre un’ampia gamma di prodotti chimici, tra cui il Cyclon-B, gas letale molto diffuso nei lager per sterminare le stesse persone che erano costrette a produrlo. E nonostante il bombardamento sistematico con cui rasero al suolo moltissime città tedesche durante la guerra, le truppe statunitensi agirono sempre con estrema cautela quando si trattava di colpire zone in prossimità di questi stabilimenti chimici. Nel 1945 la Germania era sotto un cumulo di macerie, ma gli stabilimenti erano tutti intatti. Quando fu eletto vicepresidente nel 1980, George Bush senior incaricò un personaggio misterioso, tale William Farish III, di amministrare e gestire tutti i suoi beni. Il sodalizio tra i Bush e i Farish si colloca molto indietro nel tempo, addirittura prima dello scoppio della seconda guerra mondiale: William Farish dirigeva negli Stati Uniti il cartello formato dalla Standard Oil of New Jersey (l'attuale Exxon) e la I.G. Farben di Hítler. Fu precisamente questo consorzio a determinare l'apertura del campo di concentramento di Auschwitz nel 1940 allo scopo di produrre gomma sintetica e nafta dal carbone. All'epoca, quando questa notizia cominciò a diffondersi agli organi di stampa, il Congresso statunitense apri un’inchiesta. Se si fosse davvero spinta fino alle ultime conseguenze, avrebbe irrimediabilmente compromesso il clan Rockefeller. Ma non avvenne nulla di tutto ciò: ci si limitò a silurare il direttore esecutivo della Standard Oil, William Farish I. In occasione di quel congresso, W. Averell Harriman si occupò personalmente di far arrivare a New York i maggiori ideologi del nazismo, prendendo accordi con la Hamburg-Amerika Line , di proprietà dei Walker e dei Bush. Tra quegli "scienziati" vi era anche il principale fautore delle teorie razziste durante il regime di Hitler, lo psichiatra Ernst Rüdin, che conduceva a Berlino studi sulle razze finanziati dalla famiglia Rockefeller.
La Shoah da ricorrenza storica è diventata negli anni “retorica e dogma”. Intorno ad essa girano molti interessi ed anche tanti soldi, senza che vi sia un vero avanzamento nella ricerca storica e, soprattutto, nella valutazione obiettiva delle nuove forme di negazione dei diritti umani e di persecuzione etnica e razziale.
La mera possibilità di esprimere liberamente un proprio punto di vista critico, anche dentro un contesto “non-negazionista”, viene impedita dal timore di essere tacciati di antisemitismo.

Col tempo si è imposta in Italia, come in altri paesi europei, una forma di tacita e diffusa autocensura.
Nei campi di concentramento é innegabile che la maggior parte dei morti furono ebrei, ma nella lista ci sono zingari polacchi, italiani e cattolici. Dunque non é lecito impossessarsi di quella tragedia per fare della propaganda. La Shoah come tale é una “invenzione ebraica”. Si potrebbe allora parlare con la stessa forza e fissare una giornata della memoria, anche per le tante vittime del comunismo, dei cattolici e cristiani perseguitati e così via. Ma loro, gli ebrei, godono di buona stampa perché hanno potenti mezzi finanziari alle spalle, un enorme potere e l’appoggio incondizionato degli Stati Uniti.«La Shoah viene usata come arma di propaganda e per ottenere vantaggi spesso ingiustificati. Lo ribadisco, non é storicamente vero che nei lager siano morti solo ebrei, molti furono polacchi, ma queste verità oggi vengono quasi ignorate e si continua con questa barzelletta.
Perchè famiglie Ebree finanziarono i loro maggiori persecutori? Perchè esiste una legge che impedisce di ricostruire i fatti storici in merito all'olocausto?
A voi la sentenza. Pace alle vittime di ogni guerra, contro ogni male e ed ogni ingiustizia.


Fonte hero